La pandemia ha cambiato le nostre vite: è il leitmotiv dall’inizio dell’emergenza. Il lockdown ha stravolto tanti aspetti della nostra routine, a volte in maniera irreversibile, non ultima quella alimentare. Tra smartworking e DAD a singhiozzo, oltre al carrello della spesa, per 8 italiani su 10 è cambiata infatti anche l’organizzazione dei pasti. E se per 4 italiani su 10 il livello di cambiamento è lieve, a registrare una routine “abbastanza” diversa è il 34% della popolazione, con un impatto più importante soprattutto sul pranzo, forse perché a differenza dell’era pre-pandemia, oggi il pasto di metà giornata si consuma principalmente a casa. Ma ci sono certezze che non cambiano, come l’amore per la pasta. Per 4 italiani su 10 è l’alimento più cucinato nell’ultimo anno, confermando il suo ruolo di protagonista della tavola, seguita con un netto distacco da pizza e focacce (19%) e secondi piatti di carne (15%).
È quanto emerge dalla ricerca Doxa/Unione Italiana Food “Gli italiani e il consumo di pasta” che ha indagato la nuova normalità degli italiani alle prese con una gestione dei pasti diversa, introducendo nuovi modi di socializzare in famiglia e quale è il rapporto degli italiani con spaghetti&co. La ricerca è stata realizzata a maggio 2021 mediante interviste online (CAWI) su un campione nazionale di 1.000 individui (500 uomini e 500 donne) rappresentativo della popolazione di 18-74 anni.
LA CENA GUADAGNA PIÙ VALORE E TEMPO E PER 1 ITALIANO SU 2 È SINONIMO DI FAMIGLIA
Nonostante molte più persone pranzino a casa, la cena rimane un caposaldo intoccabile della giornata alimentare degli italiani, come momento conviviale per eccellenza. Per 6 italiani su 10 è il pasto più condiviso della giornata, seguito dal pranzo (31%). Per il 14% è sinonimo di “tutti insieme” (in famiglia, conviventi, coinquilini), al contrario di quanto accadeva prima della pandemia. E per l’11% è proprio il momento per parlare, tenendo volutamente la televisione spenta. Per noi italiani la condivisione del pasto ha un ruolo chiave nella costruzione del tessuto sociale. Senza la convivialità siamo italiani a metà. Per 1 italiano su 2 (48%), la cena resta sinonimo di famiglia, il pasto di condivisione con figli e partner. Interrogati sul pasto della sera e su come sia cambiato in quest’ultimo anno, il 20% dichiara di aver anticipato l’ora in cui ci si siede a tavola. Di conseguenza, per il 17% l’ultimo pasto della giornata dura di più, perché si ha meno fretta di fare altro.
PASTA PROTAGONISTA INDISCUSSA DELLA CENA, IN GRADO DI SUSCITARE RELAX E APPAGAMENTO
Anche se la pasta per il 63% degli italiani continua a essere mangiata di più a pranzo, è comunque la regina del pasto serale in compagnia. Per 8 italiani su 10 si mangia sempre insieme a qualcuno, con la famiglia, con il partner, con il collega, con il coinquilino e con gli amici. Indagando il legame tra la pasta e la cena, viene fuori il lato più emozionale dei pasta lover. Alla domanda “quale emozione ti suscita un buon piatto di pasta portato in tavola la sera con la tua famiglia”, per il 44% la risposta è “relax e appagamento”. Se per il 27% la pasta a cena è sinonimo di serenità, per il 21% spaghetti&co sono veicolo di gioia e felicità. Ma c’è un timido 8% di romantici per cui quella con la pasta è una liaison d’amour.
GLI SPAGHETTI AL POMODORO SONO IL PIATTO PREFERITO A CENA DA OLTRE 1 ITALIANO SU 3
Tra chi consuma la pasta a cena, per 1 italiano su 2 non c’è una vera e propria preferenza per un determinato formato, anche se il 36% propende per la pasta corta. E parlando di ricette di pasta, in cui gli italiani sono maestri, anche se abbiamo avuto più tempo da dedicare alla preparazione dei cibi o alla ricerca di nuovi piatti, il trend dei consumi dimostra che a vincere è sempre la classica tradizione. La ricetta a base di pasta più amata a cena è lo spaghetto al pomodoro per il 33% del campione, seguita dalla Carbonara (26%), dai rigatoni al ragù (22%) e dalla pasta al tonno con le olive (16%).
MA PERMANGONO ANCORA I LUOGHI COMUNI E I PREGIUDIZI LEGATI AL CONSUMO DI PASTA A CENA
Se il 20% degli intervistati sceglie la pasta come protagonista della cena, per gli italiani il consumo di pasta si concentra principalmente a pranzo. Con una curiosità: la pasta domina il pranzo nel Centro (79%) e nel Sud/Isole (69%), mentre a cena ha numeri più alti al Nord Ovest (29%). Chi non mangia pasta a cena, lo fa per queste ragioni: il 44% preferisce consumare proteine, il 29% preferisce le verdure, il 28% pensa che la pasta a cena sia pesante e non favorisca il buon sonno, mentre per il 23% la pasta a cena fa ingrassare. Eppure, dagli anni Sessanta ad oggi, una vasta letteratura scientifica, tra cui tre studi pubblicati sulla rivista The Lancet Public Health, aiuta a sfatare falsi miti e luoghi comuni sulla pasta, confermando che mangiare carboidrati a cena, e in particolare la pasta, ricca di triptofano e vitamine del gruppo B, potrebbe rivelarsi una scelta oculata, non solo perché se assunta con moderazione “allunga la vita”, ma soprattutto se siamo stressati e soffriamo d’insonnia. E un sonno lungo e ristoratore è inversamente proporzionale all’aumento di peso.
MICHELANGELO GIAMPIETRO: “NELLA PASTA TRIPTOFANO E VITAMINA B FAVORISCONO IL RELAX”
Una premessa è necessaria: i carboidrati hanno un ruolo importante nella dieta, sono la principale fonte di energia per il cervello e per il corpo, aiutano e ‘spingono’ tutti i tipi di attività. “La pasta è, insieme al pane, l’alimento base della Dieta Mediterranea per fornire i carboidrati complessi, la benzina dell’organismo, la riserva corporea di glicogeno muscolare ed epatico – afferma Michelangelo Giampietro, Specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell’Alimentazione. Almeno un piatto di pasta al giorno (in una porzione proporzionata alle dimensioni corporee, all’impegno fisico e allo stato di salute di ciascuno) deve essere presente nelle abitudini alimentari di tutti. La porzione standard indicata dalle linee guida per la popolazione italiana è di almeno 80 grammi, ma nel caso in cui sia richiesto un impegno fisico notevole durante la giornata (come nel caso di atleti che si allenano più volte al giorno) è consentito il consumo di pasta, anche laddove sia a pranzo che a cena”. A dispetto di quello che molti pensano, i carboidrati sono facili da digerire e nel caso della pasta, se cotta secondo le indicazioni che i singoli pastai danno per una cottura ottimale, cioè non scotta e non cruda, ha un indice glicemico contenuto ed è la maniera migliore in cui il nostro organismo la digerisce. Proprio per questo motivo è indicata anche a cena. Spesso in tanti tendono a preferire il consumo di proteine a cena, credendole più digeribili. Questo è un luogo comune da sfatare: le proteine richiedono più tempo e più impegno per il nostro organismo nella digestione e nell’assimilazione. Tra l’altro, la presenza di triptofano nelle proteine anche della pasta, combinata con i carboidrati, aumenta la produzione di serotonina a livello cerebrale e il conseguente stato di benessere psicologico, facilitando l’addormentamento e la qualità del sonno”.
Dall’esperto, arrivano anche i consigli per chi pratica sport, a livello agonistico ma non solo, soprattutto ora che sono riaperte le palestre e le attività all’aperto, magari dedicandosi all’allenamento a fine giornata, dopo il lavoro o gli studi: “Una volta terminati gli sforzi fisici, ci si può concedere anche un piatto di pasta più elaborato. E per chi pratica sport agonistico, si consiglia di aumentare la quota di carboidrati nei giorni immediatamente precedenti (2-3) ad uno sforzo di lunga durata come una maratona, una gara di sci di fondo, nuoto di fondo o corsa ciclistica. Se non introduciamo nell’organismo i carboidrati, difficilmente porteremo a termine questo tipo di gare perché non avremo l’energia necessaria, quell’energia buona e pulita che i muscoli sanno utilizzare meglio e di cui l’organismo è più carente”.